Sintesi Verbale Consiglio Pastorale

CONSIGLIO PASTORALE

29 gennaio 2024


Essere operatori di pace
è uno dei temi (cap.VI) della Lettera Pastorale, risposta del cristiano, consapevole di “vivere di una vita ricevuta”, sollecitata dall'attuale situazione internazionale. 
Abbiamo confrontato le nostre riflessioni partendo dal desiderio che accomuna tutti di vivere in pace e da che cosa ognuno di noi puo’ fare per promuoverla. 
Sicuramente la preghiera, perché riconosciamo il Signore come fonte della vera Pace, e la sua Parola come via per diventare suoi figli e fratelli di tutti gli uomini che vivono il nostro tempo. 
Ma quali sacrifici siamo disposti a fare, quali rinunce? Ci troviamo di fronte a situazioni di apparente insanabile contrapposizione: noi siamo capaci di ascolto? di dialogo? Sappiamo leggere e valorizzare i tanti gesti/semi di pace che vengono proposti da chi cerca di educare alla pace, aprendo alla comprensione delle diverse culture che già sono fra noi? Un piccolo passo è stata la Messa di Santo Stefano ad Appiano che ha messo in primo piano le famiglie cristiane provenienti da altri luoghi della terra e che vivono ora  nella nostra comunità.
Impariamo dalla vita dei missionari che sperimentano in anticipo quello che si ripropone nell'odierna società multietnica: convivenza con religioni diverse tra dialogo interreligioso e persecuzioni, problematiche sociali e gesti di solidarietà e di promozione umana. 
Le informazioni che ci arrivano attraverso i mezzi di comunicazione sembrano indurre a perdere fiducia nell’umanità: è necessario sapere e volere cercare fonti che ci aiutino a dare  Don Erminio propone un intervento del card. Pizzaballa nel quale vengono individuati alcuni aspetti da cui partire per superare l’impasse in Terra Santa, dove ognuno vede se stesso come vittima.
  • Dimensione profetica : rimanendo ancorato alla Parola di Dio, il Profeta in esilio dà consolazione e speranza, nella disperazione dà coraggio. Invece di seguire la corrente, la orienta. Gli artigiani di pace devono costruire prospettive di vita.
  • Superare i traumi, curare le ferite: ognuno è chiamato a diventare un “guaritore ferito”. Nella reciprocità c’è maggiore comprensione delle ferite altrui e occasione di riconciliazione.
  • Linguaggio: nelle chiese-sinagoghe-moschee occorre avere il coraggio di parole di vicinanza, che aprano orizzonti e sappiano guidare verso un mondo nuovo.
  • Conflitto spirituale: l’odio profondo travolge la vita degli abitanti della Terra Santa. Va rivisto il ruolo delle fedi e delle religioni. E’ mancata la parola dei leaders religiosi. I credenti devono orientare la rabbia, accettare il dolore nella preghiera e guardare l’altro come fratello.
  • Varcare la barriera oltre ogni speranza: educhiamoci al rispetto, all’incontro, al dialogo, al perdono, concentrando l’attenzione sul dramma di entrambi i popoli. Siamo tutti sulla stessa barca, fragili e disorientati, ma importanti e necessari, perché “nessuno si salva da solo”.

Programma di Quaresima e Pasqua
Verso il rinnovo dei Consigli Pastorali (26 maggio 2024)

Maria Giovanna Ferloni

 

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